Elezioni per la XVII legislatura
(porterà bene?)
“Una persona onesta ‘stu giudice, mi
sta piacendo”, sento dire a uno. “Sono tutti uguali, mandiamoli a casa”,
replica un altro. “L’unico contro le tasse è il Cavaliere”, commenta un terzo. “Ma
se è lui che ci ha mandato in rovina!” si innervosisce il primo. “Ci vuole
ancora un tecnico”, si intromette un quarto. “Per mandarli a casa tutti, basta votare
alternativo” ribadisce il secondo. Voci, commenti e illazioni di ogni giorno in
questo periodo preelettorale; sono persone semplici, cittadini o colleghi,
impiegati con cui mi capita di avere a che fare la mattina in ufficio o al bar,
che in realtà non sanno esattamente di cosa stiano davvero parlando, ripetono
solo quanto sentono dire in tv. La Lombardia come l’Ohio, la posizione dei
candidati in lista, chi corre da solo e chi si coalizza, patto di desistenza,
proposte choc, capolista in tutte le circoscrizioni, il porcellum, programmi e rimborsi
elettorali, passaggi-ponte per il parlamento e senatori “mascherati”. Quando poi
si domanda a qualcuno cosa significhino esattamente questi slogan
giornalistici, nessuno è davvero in grado di spiegare. Né i giornali se ne
preoccupano, preferendo lanciarsi in campagne mediatiche mirate. In realtà
pochissimi sanno esattamente come funziona la legge elettorale partorita da
Calderoli (genitore degenere che subito aveva ripudiato il frutto delle proprie
meningi, definendola “una porcata”; dichiarazione che indusse il sottile politologo
Giovanni Sartori ad utilizzare il neolatinismo porcellum per mitigare la vergogna). Una legge elettorale che,
oltre ad eliminare le preferenze, gioca sul filo delle soglie percentuali,
cercando di indurre i partiti e i movimenti alle aggregazioni e alle liste
uniche, ma introducendo al contempo più di una contraddizione istituzionale e
soprattutto lasciando spazio per l’ingovernabilità. Per chi ha pazienza,
spiegheremo in breve i punti salienti di questa legge. Chi non è interessato a
saperne di più, o sa già tutto, può invece saltare questa parte e andare
direttamente all’informativo elenco finale del pezzo.
Alla Camera dei Deputati, come
saprete, ci sono 630 poltrone in tutto. 12 di queste sono assegnate alle circoscrizioni
Estere e 1 alla Valle d’Aosta con sistemi vari. Ne rimangono disponibili 617 (630-13=617),
delle quali 340 saranno assegnate alla Coalizione o Partito che avrà ottenuto
la maggioranza relativa (anche se avesse preso il 15%, per assurdo) su base
nazionale. Il resto dei seggi (617-340=277) si divide in modo proporzionale tra
le coalizioni o partiti che avranno superato le Soglie di sbarramento. Ma quali
sono queste soglie? Alla Camera le Coalizioni (che devono necessariamente indicare
chi è il Capo coalizione) devono superare, per essere ammesse, in complesso il
10%, i Partiti o Liste singole invece devono ottenere almeno il 4% su base
nazionale (solo ai partiti che rappresentano minoranze linguistiche in Trentino
e Friuli è permesso presentarsi in quelle regioni, allora in quel caso devono
ottenere almeno il 20% del voto regionale per accedere ai seggi). I Partiti o
Liste che fanno parte di una Coalizione ammessa, devono superare il 2% oppure
essere ripescati come Miglior perdente, cioè essere tra le liste della Coalizione
che non ha superato la soglia, quella con la percentuale maggiore (se, ad
esempio, la Coalizione è formata da 2 sole Liste e la prima supera il 10%, la
seconda avrà in ogni caso superato la soglia). ATTENZIONE, perché le
percentuali si fanno tra i votanti,
quindi dopo aver eliminato i contestatori del non-voto, il partito della scheda
bianca e quello degli imbianchini stilizzatori della scheda nulla. Ma
soprattutto RIATTENZIONE, perché tutti i voti espressi per liste che non superano
lo sbarramento, sono definitivamente eliminati in quanto voti
inefficaci; solo a quel punto si calcolano le percentuali per assegnare i
617 seggi.
Al Senato invece la contorta Legge,
che prevede soglie di sbarramento doppie rispetto alla Camera, assegna un premio
di maggioranza del 55% su base regionale,
premiando tra l’altro alcune regioni con più seggi di quanto non dovrebbero
avere in base alla popolazione (alla Basilicata, ad esempio, spetterebbero 3 Senatori,
invece dei 7 che ha). Così, una coalizione può essere ricompensata oltremodo
vincendo in talune regioni, seppur di pochissimo, mentre in altre zone del
Paese ha un consenso risibile. Ad esempio in Lombardia il premio di maggioranza
consiste in 27 Senatori (su 49), nel Lazio e Campania 16 (su 27/28), in Veneto
e Sicilia 14 (su 24/25), in Piemonte ed Emilia-Romagna 13 (su 22). Se ci
fossero due sole grandi coalizioni, tali assegnazioni non sarebbero scandalose,
ma in un panorama politico frammentato come quello odierno, chi vince prende
tutto (esempio lombardo: 2 coalizioni arrivano al 30%, m5s al 12%, lm al 10%,
rc al 8%; la coalizione vincente prende 27 seggi, la seconda – pure al 30% - 11
seggi, alle altre gli 11 rimanenti). Il che vuol dire in questo esempio che pur
ottenendo un paio di seggi, se Rivoluzione civile arriva all’8% erodendo il
consenso di Sel e del Pd, fa perdere 16 seggi alla coalizione di
centro-sinistra a vantaggio di quella del centro-destra. Se invece RC non
arriva all’8% i suoi voti sono, tecnicamente, inefficaci. Il che significa che sono come i voti nulli, cioè voti
che si vanno a spalmare sulle percentuali delle Liste che superano lo
sbarramento in misura proporzionale. Si arriva all’assurdo, quindi, che i voti
di Ingroia si distribuiscono in parte al Centrodestra dell’odiato Berlusca, in
parte al Centro del malvisto Monti, in parte al concorrente Grillo e solo in
parte al Centrosinistra, area politica più vicina.
Allora cosa troveremo nel cartellone
elettorale davanti al nostro seggio? 184 simboli diversi, o qualcuno in meno,
visto che qualche lista è presente solo in alcune regioni (ma a che serve, se
alla Camera si calcola la percentuale su base nazionale e al Senato le soglie
di sbarramento sono doppie?). Vediamo quali sono, a partire dai capi coalizione
(in ordine alfabetico per cognome):
• Magdi
Allam, per Io Amo l'Italia; è presente in
Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana solo alla Camera, Marche, Lazio solo
al Senato, Campania, Basilicata, Puglia solo alla Camera, Calabria;
• Silvio
Berlusconi, per Il Popolo della Libertà, Lega Nord, La
Destra, Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale, Grande Sud, Partito
Pensionati, Intesa Popolare, Moderati Italiani in Rivoluzione, Liberi da
Equitalia; il Partito Pensionati in Basilicata e in Calabria non si
presenta, Liberi da Equitalia non presenta liste in Umbria, Molise, Basilicata,
Puglia, Calabria;
• Pier
Luigi Bersani, per Partito Democratico, Sinistra
Ecologia Libertà, Partito Socialista Italiano, Centro Democratico, Il Megafono
- Crocetta Presidente, Südtiroler Volkspartei e i Moderati per il Piemonte
di Giacomo Portas (coalizione denominata Italia. Bene Comune);
• Stefania
Craxi, per Riformisti italiani; è presente con
proprie liste in Lombardia nella circoscrizione Lombardia 1 alla Camera, in
Veneto al Senato e in Veneto 1 alla Camera, in Calabria, ed in Puglia alla
Camera.
• Simone
Di Stefano, per CasaPound; è presente in
Piemonte nella circoscrizione Camera 1 e al Senato, Lombardia solo al Senato,
Trentino Alto Adige, Veneto nella circoscrizione Veneto 1 e al Senato,
Emilia-Romagna solo alla Camera, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia,
Calabria;
• Marco
Ferrando, per Partito Comunista dei Lavoratori;
è presente in Piemonte nella circoscrizione Piemonte 1 e al Senato, Lombardia
nella circoscrizione Lombardia 1 e al Senato, Veneto nella circoscrizione
Veneto 2 e al Senato, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria solo al Senato,
Marche, Lazio, Abruzzo, Campania solo al Senato, in Basilicata, Puglia,
Calabria, Sicilia nella circoscrizione Camera 2 e al Senato, Sardegna;
• Roberto
Fiore, per Forza Nuova; è presente in Piemonte,
Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche,
Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna
• Oscar
Giannino, per Fare per Fermare il Declino;
• Beppe
Grillo, per MoVimento 5 Stelle;
• Antonio
Ingroia, per Rivoluzione Civile;
• Mario
Monti, per Unione di Centro, Futuro e Libertà per
l'Italia, Scelta civica - Con Monti per l'Italia (coalizione denominata
Con Monti per l'Italia);
• Izabela
Pulpan, per il Partito Nazionale Stranieri in Italia;
è presente in tutta Italia ma presenta le liste solo nel Lazio e in Campania;
• Marco
Rizzo, per Partito Comunista - Sinistra Popolare;
• Luca
Romagnoli, per Movimento Sociale - Fiamma Tricolore;
è presente in Piemonte alla Camera nella circoscrizione Piemonte 1, in
Lombardia nella circoscrizione Lombardia 2 e al Senato, in Friuli-Venezia
Giulia solo al Senato, Emilia-Romagna, Lazio, Campania nella circoscrizione
Camera 1 e al Senato, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia nella
circoscrizione Sicilia 2 e al Senato;
• Ilona
Staller, per Democrazia, Natura, Amore;
• Mario
Staderini, per Lista Amnistia, Giustizia e Libertà;
è presente in Lombardia solo al Senato, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio nella
circoscrizione Lazio 1 e al Senato, Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia,
Calabria, Sicilia e Sardegna.
Devo dirlo, non ho mai creduto alla
teoria del voto utile, anche perché mi
è sempre parso fastidioso dovermi accontentare del meno peggio. Ma se alla consapevole inutilità del mio voto, sommo
anche l’inevitabile catastrofe cui si andrebbe incontro con l’elezione del più peggio, che addirittura verrebbe
rieletto con l’ausilio del mio voto…
No, non potrei sopportarlo.