venerdì 5 novembre 2010

Lombardo accusato di intrattenere rapporti con la mafia da un ventennio

Continuano le indagini nell'ambito dell'operazione Iblis che ha portato nei giorni scorsi a numerosi arresti. Alcune accuse al governatore siciliano, però, al momento non trovano riscontro e si limitano a supposizioni a seguito delle dichiarazioni del pentito Maurizio Avola, sicario del clan dei Santapaola. Tali accuse non sarebbero supportate da altri pentiti e si limitano a ricordi vaghi dello stesso collaboratore di giustizia che riconoscerebbe in Lombardo la stessa persona che andava a trovare Benedetto Santapaola nel covo in cui si nascondeva nei primi anni novanta, latitante per l'omicidio Dalla Chiesa.
Più fondate ma altrettanto poco chiare ancora le accuse di Aiello, intercettato, il quale dichiara di aver dato soldi a Lombardo per finanziarne la campagna elettorale, e che dopo la decisione di Lombardo di inserire due elementi della Dda, nella giunta regionale, si augura che venga sfiduciato perchè ha voltato le spalle ai vecchi amici..
Sempre dalle intercettazioni emerge la strategia di Aiello il quale spiega che si deve sempre puntare ad avere buoni rapporti con la regione poichè i soldi arrivano da lì e non dai ministeri. Avendo trovato chiusura in Lombardo decideranno di puntare su tre esponenti dell'Udc: Salvatore Cuffaro, Fausto Fagone e Pippo Gianni.
Intanto i magistrati della Dda di Catania ritengono provato il rapporto tra Raffaele e Angelo Lombardo e la mafia, è ciò emerge dai rapporti e dalle inchieste cominciate ben prima dell'elezione a governatore della Sicilia. La procura catanese parla di venti anni di rapporti tra Lombardo e il clan Santapaola, tramite soprattutto Rosario Di Dio, esponente di spicco del clan. Rapporti fittissimi e continuativi. I magistrati nominati da Lombardo nella giunta regionale sarebbero stati solo un modo per occultare i reali rapporti con l'organizzazione criminale, emerge dalle intercettazioni e adesso lo sospetta anche la procura. Del resto nelle mani delle cosche catanesi sono arrivati ben 22 milioni di euro dalle casse regionali, forse del tutto infondate non devono essere tali voci.

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