giovedì 20 ottobre 2011

SiciliAntica denuncia l'abbandono dell'acquedotto Cornelio a Termini Imerese

Allarme a Termini Imerese per le condizioni del monumentale acquedotto romano, l'acquedotto Cornelio. L'Associazione SiciliAntica, che si occupa della tutela e della valorizzazione dei beni ambientali e culturali dell'isola, lo denuncia in una lettera al sindaco della città e alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo. L'acquedotto risale al II secolo d.C. ed è la più grande opera del suo genere in Sicilia, con i suoi 8 chilometri di estensione, dalle sorgenti di Brucato (alle falde del monte S. Calogero), fino al centro abitato. Non è la prima volta che corre il rischio di essere distrutto. Nell'828 venne ostruito dagli arabi durante l'assedio della città,e nel 1338 venne raso al suolo da Carlo D'Artois, per poi venire ricostruito e svolgere la sua funzione fino al 1860. Ma la minaccia che incombe questa volta volta è più subdola, si chiama incuria, e distrugge con l'oblio e l'abbandono.

La costruzione versa oggi in uno stato di totale incuria e di abbandono, scrive Alfonso Lo Cascio, della Presidenza regionale SiciliAntica. Alcune parti del canale di scorrimento delle acque si stanno sfaldando e pezzi di muratura si sono già scollati, inoltre tutta l’area è invasa da rifiuti e immondizie. Una situazione che non fa onore alla grandezza e al prestigio dell’antica struttura. Ma il ponte in contrada Figurella non è l’unica porzione dell’antico acquedotto Cornelio a trovarsi in uno stato di degrado, parecchi tratti vivono la medesima situazione. Da segnalare la sezione dell’acquedotto che insiste all’interno del parcheggio dell’Ard discount di Via Falcone e Borsellino, dove ogni giorno si scollano pezzi di muratura e necessita di un urgente intervento di restauro”. Nel degrado è anche l’antica vasca di decantazione nei pressi delle sorgenti di Brucato, che permetteva al liquido di depositare tutte le impurità: oggi la costruzione si presenta sommersa dalla vegetazione e dal terriccio. Per non parlare del sifone della via Falcone Borsellino. “Dopo il restauro (avvenuto quasi venti anni fa) – scrive ancora SiciliAntica - è stato puntellato con assi di legno, una realizzazione momentanea che invece è diventata definitiva, contribuendo a fornire l’immagine negativa della provvisorietà e trascuratezza del nostro patrimonio culturale”.

Coscienti del valore di questa importante testimonianza storica che racconta uno dei periodo più luminosi della città - conclude Alfonso Lo Cascio - si chiede un immediato intervento che miri alla conservazione e alla salvaguardia della grandiosa opera idraulica che versa in uno stato di diffuso degrado. Sono necessari corretti piani di manutenzione ordinaria e costanti azioni di prevenzione. Non si può consentire che il monumento più significativo della presenza Romana nel territorio, che contribuì a rendere Termini Imerese una delle città siciliane più importanti dell’Impero, possa continuare a vivere in uno stato di incuria e di decadimento. Sarebbe l’ennesima offesa alla memoria storica della città”.


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