La giunta regionale riunita oggi pomeriggio a palazzo d'Orleans e presieduta da Raffaele Lombardo, ha approvato il disegno di legge sul decentramento delle funzioni ai Comuni e sulla riforma dei liberi consorzi comunali, presentato dall'assessore per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici.
Le novità presenti nel disegno di legge sono numerose. Innanzitutto, come prevede l'articolo 15 dello Statuto della Regione, a partire dal 31 Maggio 2013, verranno soppresse tutte le provincie regionali. Al loro posto dovranno nascere i liberi consorzi comunali, formati da almeno 10 comuni e 250mila abitanti. I liberi consorzi comunali avranno un'assemblea (costituita dai sindaci dei Comuni del consorzio), un presidente (eletto da tutti i consiglieri comunali facenti parte del Consorzio) e una giunta (nominata dal presidente tra i componenti dell'assemblea o dei consigli comunali e formata da un massimo di 8 componenti). In attesa della loro soppressione, inoltre, le giunte provinciali subiranno anche un taglio di componenti: il loro numero non potrà superare il 20% del numero dei consiglieri provinciali. Attualmente, ad esempio, nella Provincia di Palermo vi sono 12 assessori per un consiglio provinciale di 45 membri, secondo la nuova legge ve ne potranno essere al massimo 9.
Ma i cambiamenti per gli enti locali non finiscono qui. Dalle prossime elezioni, infatti, anche i comuni avranno delle limitazioni nel numero dei consiglieri comunali e dei componenti della giunta, per tentare un contenimento delle spese: nei comuni con più di 500mila abitanti i consiglieri saranno 40 e gli assessori 8; tra 250mila e 500mila abitanti vi saranno 35 consiglieri e 7 assessori; tra 100mila e 250mila 30 consiglieri e 6 assessori; tra 30 e 100mila 25 e 5; tra 10 e 30 mila 15 e 4; tra 3 e 10mila 12 e 3; per comuni con meno di tremila abitanti 9 consiglieri e 2 assessori. Ancora un esempio, il Comune di Monreale, che conta circa 40mila abitanti, attualmente ha al suo interno 32 consiglieri comunali e 7 assessori: con la nuova leggevi saranno 25 consiglieri e 5 assessori.
I comuni con meno di 5mila abitanti dovranno accorpare fra loro funzioni e servizi se non vorranno vedersi ridurre i finanziamenti annuali da parte della regione. Sarà abolita l'indennità del commissario ad acta che si insedierà negli enti locali per svolgere attività sostitutiva. Previsto, inoltre, un solo revisore anche nei Comuni fino a 15 mila abitanti (il precedente limite era di 5mila).
Infine la Regione, trasferirà agli enti locali, alcune funzioni in settori quali le attività produttive, il commercio e l'artigianato, la famiglia e le politiche sociali, la formazione professionale, i lavori pubblici e le infrastrutture, i beni culturali e l'ambiente, i trasporti, il turismo, lo sport e lo spettacolo, la gestione integrata dei rifiuti e la gestione integrata del servizio idrico.
Le novità presenti nel disegno di legge sono numerose. Innanzitutto, come prevede l'articolo 15 dello Statuto della Regione, a partire dal 31 Maggio 2013, verranno soppresse tutte le provincie regionali. Al loro posto dovranno nascere i liberi consorzi comunali, formati da almeno 10 comuni e 250mila abitanti. I liberi consorzi comunali avranno un'assemblea (costituita dai sindaci dei Comuni del consorzio), un presidente (eletto da tutti i consiglieri comunali facenti parte del Consorzio) e una giunta (nominata dal presidente tra i componenti dell'assemblea o dei consigli comunali e formata da un massimo di 8 componenti). In attesa della loro soppressione, inoltre, le giunte provinciali subiranno anche un taglio di componenti: il loro numero non potrà superare il 20% del numero dei consiglieri provinciali. Attualmente, ad esempio, nella Provincia di Palermo vi sono 12 assessori per un consiglio provinciale di 45 membri, secondo la nuova legge ve ne potranno essere al massimo 9.
Ma i cambiamenti per gli enti locali non finiscono qui. Dalle prossime elezioni, infatti, anche i comuni avranno delle limitazioni nel numero dei consiglieri comunali e dei componenti della giunta, per tentare un contenimento delle spese: nei comuni con più di 500mila abitanti i consiglieri saranno 40 e gli assessori 8; tra 250mila e 500mila abitanti vi saranno 35 consiglieri e 7 assessori; tra 100mila e 250mila 30 consiglieri e 6 assessori; tra 30 e 100mila 25 e 5; tra 10 e 30 mila 15 e 4; tra 3 e 10mila 12 e 3; per comuni con meno di tremila abitanti 9 consiglieri e 2 assessori. Ancora un esempio, il Comune di Monreale, che conta circa 40mila abitanti, attualmente ha al suo interno 32 consiglieri comunali e 7 assessori: con la nuova leggevi saranno 25 consiglieri e 5 assessori.
I comuni con meno di 5mila abitanti dovranno accorpare fra loro funzioni e servizi se non vorranno vedersi ridurre i finanziamenti annuali da parte della regione. Sarà abolita l'indennità del commissario ad acta che si insedierà negli enti locali per svolgere attività sostitutiva. Previsto, inoltre, un solo revisore anche nei Comuni fino a 15 mila abitanti (il precedente limite era di 5mila).
Infine la Regione, trasferirà agli enti locali, alcune funzioni in settori quali le attività produttive, il commercio e l'artigianato, la famiglia e le politiche sociali, la formazione professionale, i lavori pubblici e le infrastrutture, i beni culturali e l'ambiente, i trasporti, il turismo, lo sport e lo spettacolo, la gestione integrata dei rifiuti e la gestione integrata del servizio idrico.
Una vera rivoluzione per gli enti locali siciliani, che, a meno di stravolgimenti nell'iter del disegno di legge, potrebbe portare ad un sensibile risparmio per la Regione Siciliana, nella speranza che questo risparmio si traduca in nuovi investimenti e in una corretta gestione delle innumerevoli risorse della nostra isola.
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