sabato 23 ottobre 2010

Leggi dittatoriali per i presidi


Il 21 ottobre scorso è entrato in vigore il nuovo codice disciplinare per i dirigenti scolastici, e come in ogni buona dittatura che rispetti il nome che porta, è severamente vietato esprimere opinioni che ledano l'amministrazione, alias Ministero dell'Istruzione, nonchè il diligente e inattaccabile lavoro fatto dalla riforma Gelmini. Non è uno scherzo, ai presidi viene chiesto di non diffondere per mezzo stampa o attraverso media opinioni contrarie alla riforma, pena un decurtamento dello stipendio. E' altresì vietato alzare la voce con i genitori degli alunni, i quali continueranno però a godere di tutta la libertà che vogliono, pena 350 euro di multa. Ai presidi viene inoltre richiesto di munirsi di cartellino che permetta il riconoscimento, e l'apposizione di una targa sulla porta del proprio ufficio con il proprio nome e cognome. Tale codice, detto Brunetta, è stato recepito (dubito per volontà propria) anche dai presidi, ma era già presente per il resto della pubblica amministrazione, proprio per volere del Ministro in questione.
Gli ispettori ministeriali, che vigilano sul buon operato dei presidi e facendo parte del ministero sono chiaramente superpartes, non avranno più bisogno di incarico dai direttori regionali, potranno fare le loro ispezioni quando più gli aggrada e agli istituti sospetti di violare le regole.

Nessun commento:

Posta un commento