Secondo un dossier a cura di Lirio Abbate sull'Espresso il presidente del Senato Renato Schifani è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno. "Un atto dovuto" dei pm di Palermo dopo le parole di Spatuzza e del pentito Campanella. Nel frattempo la Procura di Palermo smentisce, sostenendo che non è iscritto nel registro reato di questa Procura.
La vicenda che evidenzia i rapporti con i boss mafiosi del calibro di Filippo Graviano e Gaspare Spatuzza con l'avvocato Renato Schifani ha luogo nel carcere di Tolmezzo, spiega Abbate. Correva l'anno 2000, e i due mafiosi palermitani, passeggiando nel cortile del penitenziario, commentavano le immagini dell'allora senatore di Forza Italia apparse nei telegiornali: "Hai visto che carriera ha fatto l'avvocato di Pippo Cosenza?", chiedeva Graviano a Spatuzza nominando l'imprenditore del quartiere Brancaccio di Palermo che tra il '91 e il '92 aveva messo a disposizione del boss un capannone dove questi incontrava altri mafiosi e dove, appena uscito dagli arresti domiciliari, aveva creato il proprio ufficio di capomafia. In quegli anni il suo guardaspalle era Spatuzza, che oggi racconta ai magistrati quel che ricorda di quei contatti riservati, alcuni dei quali riguarderebbero anche il presidente del Senato che all'epoca era un avvocato: un esperto in diritto amministrativo e in urbanistica che aveva tra i suoi clienti molti mafiosi preoccupati che lo Stato mettesse le mani sui loro beni.
Da lì in poi si intrecciano una serie di vicende giudiziarie, fatte da misteri e intrighi tra mafia e Stato. Che Schifani sia indagato o meno non se ne ha certezza, ma che debba chiarire molte cose questo è sicuro.
che bella faccia da sberle!!!
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