domenica 9 ottobre 2011

IL MONDO DI ALBERTO


MOBILITÁ ELETTRICA INSOSTENIBILE

Considerata l’età di Elena, mia figlia, 17 anni compiuti, potrebbe sembrare che i problemi di un padre circa l’opportunità di comprare un motorino, pardon, uno scooter, siano passati da un pezzo. In altre famiglie i titanici scontri tra genitori e figli sull’argomento si affrontano alla soglia dei quattordici anni, in cui le diffidenze familiari derivano intanto dal cospicuo investimento finanziario (il padre), in secondo luogo dalle preoccupazioni di possibili, anzi probabili “investimenti” stradali (la madre), nonché dalla paura di entrambi i genitori di perdere molto del proprio controllo sul figlio, che non avrà più bisogno del loro supporto per spostarsi da un luogo all’altro della città. Un primo passo verso il distacco dell’aquilotto dal nido natale (un primo passo al quale nella stragrande maggioranza dei casi, però, non seguirà un secondo per almeno altri vent’anni. Tanto che i genitori, prima preoccupati per quello che appariva una troppo precoce emancipazione, alla lunga non ne possono più di avere per casa lo sfaccendato adulto bamboccione. Infine il padre sarà costretto ad interminabili ore di anticamera presso l’ufficio politico di un potente, nel tentativo di ottenere per il figlio quel posto fisso che lo induca a metter su famiglia e lasciare libera la stanzetta della casa natia).

Per la mia prole invece il problema non si è mai posto con particolare frenesia, un po’ per la disponibilità di mia moglie ad accompagnare i fanciulli nelle loro pomeridiane faccende semisportive (piscina, minibasket, badminton, danza) o semi impegnate (cortei e manifestazioni di protesta, lezioni di violino, riunioni di studenti), un po’ perché si muovono senza protestare a piedi o in casi eccezionali come passeggeri di motorizzazioni altrui; quest’ultimo caso solo con previa autorizzazione, almeno per quanto possa essere sotto controllo genitoriale – anche se noi abbiamo molta fiducia nei nostri pargoli, cioè sulla nostra capacità di mantenerli sinceri).

Adesso però che la brava Elena manifesta la propria volontà di autonomia richiedendo in particolare, dall’alto della sua superiore sensibilità ambientalista, uno scooter elettrico, non mi rimane che mettermi in moto per soddisfare la richiesta nel modo più intelligente possibile. E data la mia ignoranza in materia, nonché la poca disponibilità di informazioni disponibile sul territorio, decido di controllare via internet quali siano i prodotti sul mercato. Apparentemente vi sono parecchi marchi e diverse versioni di scooter elettrici che le case produttrici presentano nei vari saloni dell’auto e della moto in giro per il mondo. Poi però quando vado a vedere cosa sia effettivamente disponibile sul mercato italiano la scelta non pare così varia. E le enormi differenze di prezzo tra i mezzi urgono un più attento esame da parte mia. Escluse le bici elettriche, troppo scomode e inutili per una ragazza, meglio la sua bici vera, i prezzi oscillano infatti tra i 2mila e i 4-5mila euro. Si scopre però che gli scooter meno potenti hanno difficoltà a superare le pendenze, il che ad Alcamo limiterebbe di molto gli spostamenti. Inoltre pare che solo quelli che sono equipaggiati con batterie al litio garantiscano un’autonomia decente, che permetta di spostarsi anche tra Alcamo e Alcamo Marina o Castellammare senza doversi preoccupare ad ogni spostamento di fermarsi a ricaricare le batterie. Visto che è necessario comunque tenere il mezzo inattivo mentre collega il proprio cordone ombelicale alla rete elettrica pubblica per periodi oscillanti tra le 2 e le 5 ore (che in alcuni casi arrivano fino ad 8!), è conveniente che ciò avvenga durante le ore notturne, in contemporanea alla nostra fisiologica ricarica. Quindi bisogna rivolgersi a prodotti che assicurano la più ampia autonomia. Ricapitolando questa prima ricerca, capisco di dover restringere la gamma che mi interessa tenendo conto di: batterie (al litio), potenza (2500 – 3000 watt), autonomia (più di 70 km). Il prezzo per questo tipo di prodotti si aggira tra i 3500 e i 4000 euro.

La sera a cena ne parlo con mia moglie e mia figlia, accennando al fatto che per quello che serve a lei uno scooter a benzina, 50 di cilindrata, assicurerebbe praticamente le stesse prestazioni costando la metà. Lei naturalmente insiste che comunque la spesa iniziale sarebbe nel tempo recuperata dal basso costo di mantenimento, dato che la benzina aumenta sempre più, ma soprattutto – è questo il suo argomento forte, sa che con questo mi avrà dalla sua parte – per la salvaguardia dell’ambiente dobbiamo fare tutto il possibile, non c’è costo che tenga. È solo allora che mia moglie Marilena interviene insinuando un dubbio che fino ad allora non mi aveva sfiorato: ma quanta elettricità consuma una ricarica dello scooter? E di più: quanta CO2 inquinante viene emessa per produrre quella ricarica?

Il giorno dopo mi affanno per cercare le risposte rimaste in sospeso. Mi imbatto in lodevoli iniziative di alcuni comuni come Bologna (sempre molto avanti) che cercano incentivare la mobilità sostenibile con un bonus di 600 euro per chi acquista uno scooter elettrico o una bici con pedalata assistita. È una buona idea, ma se molti altri comuni dovessero seguirla purtroppo in un paese come l’Italia so già che assisteremo come per magia ad un ingiustificato aumento di (guarda il caso!) 600 euro dei prezzi dei mezzi elettrici. Forse è meglio quanto hanno pensato in Francia: a chiunque viaggi sui treni propongono l’affitto di scooter elettrici nella città di arrivo. Finalmente trovo dei dati. Una ricarica completa di uno scooter, a seconda dei modelli, arriva fino a 2500Wh, che tradotto in soldoni vuol dire che con 70 cent. di energia si possono percorrere fino a 100km (contro i quasi 8 euro di benzina di uno scooter normale). Non è male. Solo che per recuperare i 2mila euro iniziali di costo in più dovrei percorrere ben 28.500km! E purtroppo sicuramente mettere in conto anche le batterie da cambiare, perché pare che mantengano piena efficienza solo per due o tre anni.

Per quanto riguarda l’altro dubbio, cioè se alla fine non si inquini lo stesso anche con i mezzi elettrici, pare che l’energia prodotta da una centrale elettrica (a petrolio) abbia una efficienza media almeno doppia della media efficienza di un motore a scoppio. Questo garantisce un vantaggio ambientale, oltre che un basso inquinamento nei centri abitati. Tutto sommato quindi alcuni vantaggi ci sono, ma quanto dobbiamo pagare!

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