Politici di casa mia
DOPO LE VACANZE rimango basito nel vedere quanto accade in quel mondo dell’iperuranio che è la tv. Si torna, chi più chi meno dalla villeggiatura, e loro sono ancora lì che propongono il loro mondo auto referenziale con le stesse immancabili facce. Ognuno con il proprio ruolo, esattamente com’era quando andavo a scuola dove c’era il guascone, quello divertente a tutti i costi che pur di strappare un sorriso alla platea dei compagni era disposto a dire o fare qualsiasi castroneria, prendendosi rimproveri, note disciplinari o addirittura qualche sospensione, era incorreggibile – e questo ce l’abbiamo, si chiama Silvio Berlusconi; c’era il primo della classe, perfettino e secchione, ma in fin dei conti un po’ tonto se si parlava di cose reali al di fuori dei libri – anche questo abbiamo, il ministro Tremonti; c’era il tardo della classe che tutti prendevano in giro, l’on. Gasparri a far coppia con il fascista, un po’ isolato, anche lui deriso, il ministro La Russa; l’allegra brigata delle “teste di rapa”, il gruppetto di quelli dell’ultimo banco che tra frizzi, lazzi, bigliettini osceni che lanciavano alle compagne, gestacci con dito medio alzato sottobanco, pernacchie e puzze maleodoranti, davano più fastidio di quanto non divertissero: i ministri Bossi, Calderoli e Brunetta (il più cattivo dei tre). Le altere compagne che uscivano con i ragazzi più grandi, quelli che avevano le macchine, ma che ogni tanto si concedevano, solo di nascosto: le ministre Garfagna, Prestigiacomo, Gelmini. Poi la compagna maschiaccio che veniva con noi in cortile a giocare a palla e che diceva per farsi grande una quantità di parolacce, il ministro Meloni.
Il gruppo di noi ragazzi più o meno “normali” era composto dalle facce che stanno tra il Centro e la Sinistra dei nostri schieramenti politici. Mi sembra di vederli, quelli che stavano solo tra maschi e che se una ragazza gli rivolgeva la parola arrossivano violentemente, come se diventassero improvvisamente palesi sul viso i loro sogni notturni colpevoli. Sono loro, quelli del centro deviati anche a destra, dove si trovano pure a fare i ministri, Sacconi, Giovanardi, Rotondi. Il loro leader di allora non poteva essere che Casini, ragazzo puro con un seguito tra il gentil sesso delle compagnette meno avvenenti. Infine quelli di sinistra, il più radicale dei quali, Vendola il saccente, si trovava spesso in competizione con il primo della classe, Tremonti, divertendosi a smontare le teorie che il compagno riprendeva dai libri. A differenza dell’altro però, Vendola passava i compiti e quindi era decisamente più ben visto. Ancora la comitiva dei compagni a me più vicini, i vari Bersani, D’Alema, Veltroni, Franceschini, Di Pietro ognuno con i suoi grilli per la testa, mai d’accordo su niente tranne che quando si trattava di giocare a pallone.
Così tornare ad accendere la tivù agli stessi orari, nel riprendere con il tran-tran dei programmi di La7 o RaiTre, gli approfondimenti, i telegiornali, è come tornare dai vecchi compagni di scuola dopo le vacanze. Cari amici, mi siete mancati.
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