La cosa però mi mette stranamente di buonumore – o forse invece è l’aria condizionata che finalmente comincia a fare il suo mestiere – e suggerisco di passare da un bar a prendere il gelato per pranzo e poi al supermercato per approfittare dell’aria condizionata e dell’orario strano per incontrare meno avversari (nella corsa alle casse tutti gli altri avventori del supermercato sono visti come avversari da battere). Anche se ci fermiamo poco al bar, ritroviamo la macchina di nuovo versione fornace e ci troviamo a discutere verso quale dei supermercati dirigerci. Se ce ne fosse uno che avesse dei parcheggi all’ombra sarebbe certamente la meta preferita, e non solo la nostra. Possibile che nessuno dei grandi supermercati, Carrefour, Lidl, Centopiazze, che hanno degli ampi parcheggi ci abbia ancora pensato? Altro che offerte della settimana, nel periodo estivo a fare delle coperture anche poco costose, tubi innocenti e cannuccia o tessuto, raddoppierebbero i clienti! Alla fine optiamo per il market più vicino, quello di passaggio dove siamo quasi certi di trovare i due ingredienti che servono stasera per la cena in terrazza con gli amici e che a casa non abbiamo: rucola e yogurt greco. Malgrado l’ora, il parcheggio del supermarket è sovraffollato da auto e carrelli condotti audacemente da gente incarognita nell’aria rovente. Mi aggiro evitando incidenti nella speranza che si liberi un posto all’ombra della costruzione, ma l’unico libero è quello con il divieto per carico e scarico merci. Alla fine dico “è solo per qualche minuto” e mi catapulto proprio sulle strisce gialle che delimitano la zona off-limit. Marilena non è d’accordo, poi ti vengono a chiamare per farti spostare l’auto così tutti sapranno che non rispetti i segnali. È solo per qualche minuto, insisto, chi vuoi che venga a scaricare alle tre del pomeriggio in piena estate. Usciamo dall’auto in una calura ostinata che parte dall’asfalto nero, sale ondulata ed entra nelle narici prosciugandole. Ci dirigiamo verso i carrelli, costretti ad accelerare per anticipare una tribù di ciccioni che vediamo avanzare di fronte a noi e di cui non distinguiamo le gambe nell’aria tremula, tanto da sembrare una flotta in assetto da guerra in avvicinamento. Riusciamo ad infilare per primi la moneta da un euro nella fessura libera-carrello e ci infiliamo soddisfatti e accaldati, anzi mezzo bagnati dal sudore, nell’atrio del supermercato dove veniamo investiti dall’alto da una corrente gelida-siberiana che ci percorre la schiena congelandoci il sudore addosso. Farà bene alla cervicale? Un simpatico impiegato gestisce in breve tempo il cambio di scheda ormai scaduta i cui regali non abbiamo fatto a tempo a prenotare e strofina quella nuova con forza sul suo maglioncino verde, per magnetizzarla o forse in gesto scaramantico, prima di consegnarcela. Capisco perché lui stia tranquillo in maglioncino, ma non so perché io sono in canottiera data la temperatura. Entriamo finalmente tra i reparti quando dall’altoparlante chiamano “il proprietario della vettura targata cs … è pregato di spostarla immediatamente”. Naturalmente è la mia. Naturalmente Marilena mi uccide con lo sguardo e non può fare a meno di rimproverare “te l’avevo detto!!!”
Esco di corsa, sposto l’auto vicino ad uno striminzito cespuglio la cui ombra arriva a metà del mio sportello (la metà inferiore, s’intende), rientro cercando Marilena che è già alla cassa, mi informa che dobbiamo cercare rucola e yogurt greco da qualche altra parte, qui sono finiti. Le chiedo se insalatina e yogurt bianco cremoso andrebbero bene lo stesso, ma la risposta, cari lettori, non oso trascrivere …
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