mercoledì 11 maggio 2011

IL MONDO DI ALBERTO


Costruire il nemico

Leggiucchio anche. In pantofole non rimango solo a subire bombardato i milioni di pixel dello schermo televisivo, con trasmissioni ad alta qualità o meno. Mi informo con i siti dei giornali on-line, quelli dalle notizie più probabili intendo, e vago per blog o benemerite organizzazioni coraggiose come Emergency. Poi ci sono i libri. Tra questi ce n’è di illuminanti, e Diosolosa se c’è bisogno di questi tempi di illuminazioni. Qualcosa che è in grado di mostrarci la Realtà circostante da un punto di vista nuovo e stimolante, “di sviluppo” direbbe un amico mio.
Così capita di avere per le mani un brano tratto dall’ultimo libro di Umberto Eco “Costruire il nemico”, una raccolta di scritti redatti in diverse occasioni e di vario argomento. Il brano è proprio un pezzo del saggio che dà titolo al libro, e dà molto da pensare. Chi ha studiato un po’ di storia sa bene che ad ogni leader in ogni tempo, ha sempre fatto comodo un nemico contro cui indirizzare i malumori del suo popolo compattandolo in un fronte comune. A leggere però le erudite e divertenti citazioni di Eco tratte da Liutprando da Cremona, ambasciatore imperiale a Bisanzio nel X secolo, o dalla Encyclopaedia Britannica, edizione americana del 1798, sui presunti vizi morali e deformità fisica dei loro nemici (rispettivamente i bizantini e i “negri”) si apre come uno squarcio sulla Realtà nella quale viviamo. All’improvviso ciò che sembravano insensate accuse e irriguardose sciocchezze acquistano una dimensione totalmente diversa, sottendono ad una ben calcolata strategia politica.
Vi ricordate infatti quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Ministro La Russa, non su fatti che concernevano il suo Ministero che, ricordo, sarebbe quello della Difesa, così impegnato e impegnativo di questi tempi, ma sulla maggiore avvenenza delle donne di Destra rispetto a quelle della Sinistra? È stato il via a quella parte di campagna elettorale che mira, secondo la strategia di Publitalia – e quindi del Pdl – a screditare gli avversari politici, costruendo un Nemico. Che in quanto tale, naturalmente, deve essere brutto, cattivo e puzzolente. E così ecco Berlusconi a sostenere che “quelli di sinistra si lavano poco”. Proprio come faceva Lombroso nel suo L’uomo delinquente parlando degli zingari, o Fleming in A 007, dalla Russia con amore (libro americano del ‘57) dove i nemici di James Bond, i russi, sono rappresentati come “gente che si inzuppa letteralmente di profumo dozzinale, soprattutto quando non ha fatto il bagno”, nel tentativo di dissimulare “effluvi animaleschi”.
Ma al leader politico che tenta di compattare i suoi per le ormai imminenti elezioni, non è sufficiente il consueto ricorso al mostro comunista, questa è vecchia e troppo sfruttata, ha bisogno di nuovi Nemici da Costruire. Così giù duro sui Magistrati (chiamati “una malattia per la democrazia”), sulla Corte Costituzionale (di cui promette di cambiarne la composizione) e persino sul Capo dello Stato (reo di salvaguardare eccessivamente la Costituzione e gli altri organi dello Stato contro le decisioni del Governo). Anzi garantisce, o minaccia, di sottrarre dei poteri al Capo dello Stato per accrescere proprio quelli del Presidente del Consiglio. Cioè, guarda caso, proprio i suoi. (Pare non si configuri il conflitto di interesse quando si perseguono sempre e solo i propri interessi).
Nel frattempo la Lega, che va alle elezioni con grandi aspettative, deve serrare le fila, anche perché l’alleato non è più tanto ben visto dal popolo padano. Cosa fare se non rispolverare una volta di più il vecchio Nemico di sempre, cioè l’Extracomunitario? Il laido, brutale, retrogrado, subterrone, nero, terrorista, che vuole invadere l’Italia a bordo dei suoi pescherecci semigalleggianti, mettendo a rischio il lavoro di tanti bravi padani che pagano le tasse (si fa per dire). E così, tratto dall’ultimo discorso di un palco leghista, eccovi la descrizione del Nemico: “Avrà due occhi di fuoco, orecchie come quelle di un asino, naso e bocca come un leone, e invierà agli uomini (…) le voci più vergognose della contraddizione, facendo loro rinnegare Dio, spandendo nei loro sensi il fetore più orribile, lacerando le istituzioni della chiesa con la più feroce delle cupidigie; sogghignando con un rictus enorme e mostrando orribili denti di ferro”. Scherzavo, il brano lo ricopio da Eco ed è tratto da Hildegarde di Bingen, Liber Scivias, e parla dell’Anticristo, cioè l’ebreo.

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